›› ANTIPSICOTICI (NEUROLETTICI) (Clorpromazina, Tioridazina, Flufenazina, Aloperidolo, Flupentixolo, Tiotixene, Sulpiride, Clozapina, Olanzapina)
›› Categoria: Farmaci attivi sul sistema nervoso centrale
›› Meccanismo d'azione
La schizofrenia è un tipo di psicosi di incidenza piuttosto elevata sulla
popolazione (circa il 2%).
I sintomi che permettono di diagnosticare tale stato sono divisi in sintomi
classici, detti anche positivi (allucinazioni uditive, paranoia, alterazione
dei ritmi dormi-veglia, stati maniacali, incubi realistici, deliri di
persecuzione) e sintomi negativi (perdita della socievolezza, sospettosità
eccessiva, appiattimento dell'affettività).
Le possibili cause della schizofrenia possono essere alterazioni genetiche
(si è evidenziata una certa ereditarietà della patologia), malformazioni o
anomalie del SNC alla nascita, iperattività del sistema dopaminergico a
livello del tratto meso-limbico nel SNC, deficit del sistema glutammatergico
(l'attivazione dei recettori del glutammato induce il sistema della
serotonina che a sua volta induce il sistema dopaminergico) oppure
iperattività del sistema serotoninergico.
I farmaci per il trattamento dei sintomi della schizofrenia si dividono in
antipsicotici classici (o tipici) ed atipici.
- Gli antipsicotici classici bloccano il recettore D2 della dopamina, e
possono avere azioni anche a livello di altri sistemi recettoriali, come
quello della serotonina, il sistema colinergico o adrenergico. Farmaci di
questa categoria sono le fenotiazine, i butirrofenoni (Aloperidolo) e i
derivati Tioxantenici (Tiotixene). Le fenotiazine come la clorpromazina, con
catena laterale alifatica, hanno anche azione sedativa per blocco dei
recettori dell'istamina, quelle con catena laterale piperidinica (come la
Tioridazina) hanno effetti antimuscarinici, quelle con catena laterale
piperazinica hanno maggiore attività anti dopaminergica sui recettori D2, e
maggiori effetti collaterali extra-piramidali. Questi farmaci hanno effetto
quasi esclusivamente sui sintomi positivi della schizofrenia.
- Gli antipsicotici atipici (Clozapina, Olanzapina, Sulpiride) bloccano
invece il recettore dopaminergico D4 e i recettori della serotonina, hanno
maggior efficacia degli antipsicotici classici, minori effetti collaterali e
azione anche contro i sintomi negativi della malattia.
›› Caratteristiche e impieghi
I neurolettici, oltre a diminuire le caratteristiche della schizofrenia,
danno i sintomi della sedazione, catalessi, ptosi (palpebre calanti),
diminuiscono l'aggressività tipica di questa malattia. L'effetto sedativo è
comunque diverso da quello delle benzodiazepine, con i neurolettici infatti
si mantiene la lucidità mentale e dei movimenti. Anche il sonno indotto da
queste due classi di farmaci è differente: le benzodiazepine a dosi alte
provocano un sonno profondo, i neurolettici invece un sonno leggero e di
facile risveglio. Iniettati in periferia, i neurolettici danno i sintomi
degli anestetici locali per blocco dei canali del sodio. Hanno anche azione
depressiva sulla zona chemocettrice a scatto del vomito, inibiscono il
rilascio di fattori regolatori ipotalamici (con conseguenti effetti
endocrini) e infine un'azione depressiva sul centro termoregolatore che
conduce a uno stato di ipotermia.
Sono impiegati, oltre che nella schizofrenia, anche nella demenza senile,
nella sindrome di Gilles de la Tourette (tic irrefrenabile), in terapie
antitumorali per diminuire il vomito, nel singhiozzo incoercibile e per
indurre l'ipotermia durante interventi chirurgici
›› Farmacocinetica
Somministrati per via orale, escreti per via renale.
›› Interazioni
I neurolettici potenziano gli effetti depressivi dei farmaci sedativo
ipnotici (benzodiazepine), degli
analgesici oppioidi e degli
antiistaminici.
Potenziano gli effetti ipotensivi degli antiipertensivi e gli effetti
antidepressivi degli antidepressivi triciclici.
Influenzano negativamente gli effetti antiParkinson del
L-Dopa e degli
agonisti dopaminergici.
›› Effetti collaterali e avvertenze
I principali effetti collaterali dei farmaci neurolettici tipici sono
quelli extrapiramidali, quali:
- discinesia acuta, cioè contrazioni e movimenti involontari del collo e del
capo. Si riduce assumendo antimuscarinici;
- acatisia, cioè irrequietezza motoria, per meccanismo ancora sconosciuto;
- Parkinson iatrogeno per blocco dei recettori D2. Si riduce assumendo
antimuscarinici (non sono da usare invece gli agonisti della dopamina che
peggiorerebbero la schizofrenia);
- discinesia tardiva, si manifesta dopo anni di terapia, con incidenza
maggiore nelle donne, ed è caratterizzata da movimenti oro-facciali
involontari.
Altri effetti collaterali, comuni ai farmaci neurolettici tipici ed atipici,
sono:
- disturbi del sonno
- sindrome maligna (rigidità, convulsioni, ipertensione e ipertermia in
pazienti predisposti)
- ipotensione per effetto antagonista sui recettori alpha adrenergici
- tachicardia per effetto antimuscarinico e compensazione dell'ipotensione
- secchezza delle fauci, ritenzione urinaria, stipsi, midriasi dell'occhio
con offuscamento della vista per effetto antimuscarinico
- ginecomastia e impotenza nell'uomo
- irregolarità mestruali, galattorrea nella donna
- fotosensibilizzazione cutanea, pigmentazioni possibili